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2007 - 2018

L'espulsione degli ebrei dalla Spagna

 

Maghen David
Maghen David

gli ebrei spagnoli (sefarditi) hanno una storia secolare che, nel 15° secolo, con l'espulsione sistematica degli ebrei, ebbe una profonda rottura. Il 31 Marzo 1492 la coppia Reale cattolica di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, emanarono un editto di espulsione dal regno di Spagna (Decreto di Alhambra) riguardante tutti gli ebrei.

I primi ebrei si erano stabiliti sulla Penisola Iberica (in ebraico Sefarad o Sfarad) dopo la distruzione romana della Giudea (70 d.C.).

Tra il 9° e il 13° secolo la Spagna divenne un importante centro spirituale del giudaismo. Sotto il dominio arabo-islamico dei Mori1 (8°/15° secolo) fiorirono molte comunità ebraiche che influenzarono la politica, l'economia e la cultura di quell'epoca. Comunità di grandi dimensioni nacquero a Toledo, Saragozza e Siviglia.

Decreto di Alhambra
Decreto di Alhambra

Anche durante la Reconquista cristiana, la popolazione ebraica in Spagna continuava a crescere fino a che si sviluppò un antisemitismo per motivi politici e religiosi con conseguenti pogrom (1391), e infine venne emanato il Decreto di Alhambra, con la conseguente espulsione degli ebrei nel 1492.

Il religioso cattolico Palaccio racconta ciò che ha visto:

"Sul campo aperto si riposano un po'. Gli uni cadono dalla stanchezza, gli altri perché sono malati. Alcuni muoiono, altri nascono sul ciglio della strada. Ogni cristiano che vede questi miserabili viene preso dalla pietà. La gente del popolo si mescola tra di loro e pregandoli di sottomettersi al battesimo. Ma il rabbino subito si presenta e incoraggia gli stanchi ed i disperati. Spostandosi le donne cantano e i bambini battono il tamburo e suonano la tromba. Quando videro il mare, gli uomini e le donne iniziano a piangere, si strappavano i capelli e implorano l'Onnipotente per grazia e miracoli. Per ore e ore guardano l'acqua".

Aloysius Drumbl: Der Ketzer, Teil 2, Books on Demand Gmbh, Norderstedt, 2008, S. 141

 

Sultan Bayezit II
Bayezid II

L'Impero ottomano in seguito accettò senza condizioni gli ebrei espulsi dalla Spagna e più tardi quelli espulsi dal Portogallo. Si dice che Bayezid II abbia detto:

"Come sono sciocchi i re spagnoli che espellono i loro migliori cittadini e li lasciano ai loro peggiori nemici".

Nel 16° secolo in Spagna c'era un divieto per gli ebrei che venne abolito solo nel 1876. Solo agli inizi del 20° secolo incominciarono a stabilirsi di nuovo in Spagna piccoli gruppi di ebrei. Soprattutto prima e durante la seconda guerra mondiale molti ebrei fuggirono verso la Spagna. La più grande comunità ebraica si trova oggi in Barcellona.

 

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1 Mori = come Mori si intendono tutte le tribù berbere che vissero come nomadi in Nord Africa e furono islamizzati nel 7° secolo dagli arabi. Queste tribù, durante la conquista araba della penisola iberica, sostennero gli arabi combattendo al loro fianco. Nel Medioevo, soprattutto al tempo delle Crociate, i Mori furono chiamati Saraceni. Nel 711 i Mori invasero i regni cristiani dei Visigoti nell'attuale Spagna e Portogallo e li islamizzarono. 

I mori governarono la penisola iberica per molti secoli. Alcuni secoli più tardi da nord si avviò un processo di riconquista da parte dei cristiani, che si concluse nel 1492 con la conquista di Granada. La coppia Reale cattolica di Isabella e Ferdinando ordinò nello stesso anno l'espulsione degli ebrei che non vollero convertirsi al cristianesimo. 

Ai musulmani in Spagna fu assicurato che la loro religione e i loro costumi sarebbero stati tollerati. La corona mantenne la sua promessa solo pochi anni, perché già nel 1502 i musulmani dovettero scegliere o di accettare la fede cristiana o di lasciare il paese. La maggior parte di loro si fece battezzare ma rimase fedele alle proprie tradizioni e continuò a praticare in segreto l'Islam. L'Inquisizione procedette in modo sempre più duro nei confronti della minoranza non conformista. La lingua araba, le danze, le stazioni termali (bagni) e gli scritti furono vietati. Nel 1568 scoppiò una rivolta che i militari riuscirono a reprimere solo dopo due anni. 

Nel 1609 il re di Spagna Filippo III ordinò che tutti i Mori dovessero lasciare il paese. Circa 300.000 abitanti della Spagna furono deportati in Nord Africa. Questo atto fu il precursore della pulizia etnica che poi fu eseguita nel 20° secolo in Europa in modo più o meno sanguinoso. I deportati si stabilirono nell'attuale Marocco, Algeria e Tunisia. 

L'espulsione era stata motivata dal fatto che la Spagna doveva essere un paese cattolico e le minoranze non sarebbero state più tollerate. Motivi non erano solo su base religiosa ma anche su base politica e militare. La Spagna, in quel momento, si sentiva minacciata nel Mediterraneo dall'espansione dell'Impero Ottomano (storico popolo dell’Asia Minore, dal 1923 collettivamente chiamati Turchi). I Mori furono accusati di simpatizzare con i musulmani provenienti dall'Asia Minore.