Johann Jakob Friederich

(parte 4 di 5)

emigranti
emigranti

ma la realtà si dimostrò completa-mente diversa. Il libro di Friederich fu l’impulso princ-ipale che, subito dopo la sua pubblicazione nel 1800, già nel 1801 fece si che un gruppo di persone tentasse di emigrare in Palestina.

Alle promesse del libro aveva ceduto anche Maria Gottliebin Kummer (1756-1824), visionaria radical-pietistica, visto che era stata influenzata significativamente nella sua decisione a partire verso Gerusalemme. Nella primavera del 1801 un gruppo di 22 persone, seguaci della visionaria, partì da Cleebronn nel Zabergäu in Baden-Württemberg verso Gerusalemme, il gruppo venne però fermato a Vienna e rimandato in patria senza passaporto.

Il libro venne messo in relazione con l’emigrazione della Kummer, anche perché portava con se il libro di Friederich. Venne aperta un'inchiesta contro Friederich.

Kirschenhardthof 1686
Kirschenhardthof 1686

La chiamata del pastore Friederich per emigrare in "Terra Santa", si realizzò solo dopo oltre 60 anni con i “Templari” di Kirschenhardthof.

 

Alessandro I
Alessandro I

Quando, all'inizio del 19° secolo, l’emigra-zione in Palestina occupata dagli otto-mani, non era possibile, nonostante le predizioni ottimistiche del pastore Friederich, i chiliasti decisero, in attesa della venuta di Cristo, di avvicinarsi almeno un po' alla Terra Santa. Volevano raggiungere Israele attraverso la Russia e l'Asia centrale.

L'emigrazione a est venne favorita dall'atteggiamento generoso dello zar Alessandro I che, nel 1804, in un manifesto con delle condizioni favorevoli, invitò all'insediamento della regione del Mar Nero.

Negli 1816/17 molti chiliasti del Württemberg emigrarono nella Russia meridionale, con l’intenzione di spostarsi poi in seguito in Caucasia nelle vicinanze del monte Ararat, il luogo di salvezza dell'Arca di Noè. Per questa ondata d'emigrazione principalmente era responsabile la mistica Juliane von Krüdener. Ma quanti arrivarono davvero nel Caucaso?

 

Juliane von Krüdener
Juliane von Krüdener

Sulla base di una visione, Juliane von Krüdener predicò l'imminente comparsa del Signore sul monte Ararat nel Caucaso e chiamò i pietisti del Baden e del Württemberg per recarsi nel Caucaso, attendere l'arrivo del Signore e diventare i cofondatori del Regno di Dio sulla terra.

Tra il 1816 e il 1818 Juliane von Krüdener, con i suoi appelli, mise in moto un’ondata d’emigrazione nella zona del Württemberg, del Baden e intorno a Sciaffusa che ebbe un ulteriore slancio a causa della permanente scarsità di terreno e della carestia del 1817.

I fanatici religiosi, pronti all’emigrazione, vennero suddivisi in gruppi chiamati armonie, e trasportati da Ulma fino a al Mar Nero sul Danubio su chiatte primitive, chiamate Ulmer Schachtel1 (scatole di Ulma), tra l'altro spesso a spese della baronessa. Alcuni gruppi scelsero di emigrare via terra attraversando la Galizia.

Ulmer Schachtel
Ulmer Schachtel

L’amministrazione russa aveva previsto che questi circa 7.000 chiliasti dovevano essere sistemati nei villaggi tedeschi già esistenti nei distretti del Mar Nero, e più precisamente nel distretto di Cherson e in Bessarabia. La maggior parte degli emigranti era così esausta dalla fatica del viaggio, ed alcuni così malati, che accettarono i piani dell'amministrazione russa, che non corrispondevano affatto ai loro obiettivi originari. Il tasso di mortalità era significativamente alto, intorno al 10 fino al 15%.

Tuttavia 2.629 di loro opposero una tale resistenza che infine ricevettero il permesso di stabilirsi in Caucasia, nel “luogo di salvezza” dove, nella zona di Tbilissi2 fondarono sette colonie. (vedi tedeschi del Caucaso)

insediamenti tedeschi in Transcaucasia
insediamenti tedeschi in Transcaucasia

 

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1 La Ulmer Schachtel (tradotto letteralmente “scatola di Ulma), inizialmente era solo un nomignolo dispregiativo a causa della forma molto semplice della “chiatta di Vienna”, una barca a fondo piano da utilizzare solo per la discesa del fiume. Fin dal Medioevo la Ulmer Schachtel serviva al trasporto di merci sul Danubio. Mentre le barche inizialmente avevano una lunghezza massima di 22 m e una larghezza di 3 m, le sue misure con il tempo si ingrandirono. Verso la fine del 19° secolo raggiungeva dimensioni fino a 30 metri di lunghezza e 7,5 metri di larghezza. La sponda di queste imbarcazioni aveva un'altezza di circa 1,5 metri.
Al centro della chiatta si trovava una capanna di legno abbastanza grande, per il deposito della merce; durante le emigrazioni serviva ai passeggeri come protezione contro il cattivo tempo.
All'inizio del 19° secolo questo tipo di imbarcazione venne impiegata dagli emigranti tedeschi come mezzo di trasporto per raggiungere i paesi dell'Europa sud-est. Si imbarcavano a Ulma e giù per il fiume Danubio andavano verso la foce sul Mar Nero. La Ulmer Schachtel viene utilizzata ancora oggi come barca da lavoro, da pesca e da tempo libero nella zona del Danubio, sia in Germania che in Austria.

2 Elisabethtal (1817; oggi: Asureti), Marienfeld (1817; oggi: Sartitschala), Alexanderdorf (1817; oggi: Liebknechtsdorf), Katharinenfeld (1818), Neu-Tiflis (1818), Petersdorf (1819) nella Georgia odierna e Annenfeld (1818) e Helenendorf (1819) nell'Azerbaigian.