L'ortodossia luterana

L'ortodossia luterana, una parte della vecchia ortodossia protestante, era una corrente di pensiero del 17° secolo, che è emersa sia nella tradizione luterana che in quella riformata (calvinista).

Il periodo della vecchia ortodossia protestante va dal 1580, anno di pubblicazione del Liber Concordiae, una raccolta di testi religiosi e dogmatici luterani, comprendenti: il credo ecumenico (il Credo degli Apostoli, il Credo Niceno e il Simbolo Atanasiano); il Piccolo e il Grande Catechismo di Lutero del 1530; gli Articoli Smacaldici di Lutero del 1537; la Confessione di Augusta del 1530; ecc.., fino al sorgere della teologia dell'illuminismo e del pietismo intorno al 1730. Come causa concreta della vecchia ortodossia protestante vengono considerati due scritti teologici di Martin Chemnitz [†1586], studente di Lutero: Examen concilii Tridentini e Loci theologi.

In queste due opere Chemnitz si occupa sistematicamente delle controversie tra la confessione luterana, quella cattolica e quella riformata (calvinista). Con ciò si apre una nuova era del pensiero teologico, della ricerca e dell'insegnamento.

Mentre i riformatori Martin Lutero e Filippo Melantone si erano allontanati criticamente dalla scolastica, la teologia del Medioevo. I loro successori presso le università (soprattutto a Wittenberg e a Jena) la ripresero e la utilizzarono come "materiale scolastico" del dogma protestante. Durante l'era della vecchia ortodossia protestante le dottrine più importanti della teologia dogmatica furano la cristologia, la dottrina della persona di Gesù Cristo come stabilito nel Nuovo Testamento e come venne sviluppata nelle chiese cristiane e la dottrina della giustificazione.

 

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